Una delle più grandi sorprese dello scorso  campionato di Premier League è stata senz’altro il Burnley che, agli ordini del “ginger Mourinho” Sean Dyche, è riuscito in un autentico capolavoro, centrando il settimo posto (ed il pass per l’Europa) alla seconda stagione dopo la promozione dalla Championship.

Settimo posto che, appunto, ha permesso agli inglesi di andarsi a giocare il primo turno preliminare di Europa League contro i “vicini di casa” scozzesi dell’Aberdeen. Doppio 1-1 nei 180 minuti, sono state necessarie le reti di Cork e Barnes nel secondo supplementare, in casa, per passare il turno. Dopo la trasferta (0-0) turca sul campo del Basaksehir, il Burnley si giocherà l’accesso ai gironi nella gara di ritorno, ancora al Turf Moor.

Nel frattempo, la dirigenza dei clarets si è mossa per regalare a Dyche i meritati aggiustamenti a livello di rosa: i soli tre acquisti hanno fatto rumore eccome, e sono andati a rinforzare soprattutto il reparto difensivo. Ben Gibson, per esempio, è il centrale che l’allenatore inglese chiedeva, ed arriva, a 25 anni, dal Middlesbrough per circa 17 milioni di euro. Perno della risalita in Premier, Gibson ha salutato il Boro dopo l’immediata retrocessione, andando a cercare gloria all’interno di un reparto che conta già Tarkowski, Mee e Long. Con lui, arriva anche Joe Hart, che a 31 anni continua il suo peregrinare dopo le esperienze con Torino e West Ham, L’ex-City, acquistato per circa quattro milioni, si giocherà il posto con Nick Pope, attualmente fuori per problemi alla spalla, esattamente come Tom Heaton, fermo per uno stiramento al polpaccio. Il terzo ed ultimo acquisto risponde al nome di Matej Vydra, ex-Udinese, arrivato proprio pochi giorni fa dal Derby County. Cartellino pagato 10 milioni di sterline, per il centravanti ceco sul piatto un contratto triennale.

Il capitolo cessioni, invece, è breve e poco rilevante: quattro addii durante l’estate, tutti in termini gratuiti, che tuttavia non hanno intaccato la solidità della rosa di Dyche, che ha perso Marney e Long (entrambi al Fleetwood Town, in League One), così come il centrale classe 1994 Tom Anderson. Scott Arfield, invece, a 29 anni trova il suo posto in Scozia, nella rosa dei Rangers.

Dunque, possibile delineare, alla luce dei nuovi acquisti, il 4-4-2 tipo di Dyche. A cominciare la stagione tra i pali sarà sicuramente Joe Hart, che poi dovrà sudarsi una maglia da titolare al rientro di Pope dall’infortunio. Davanti a lui, i titolari dovrebbero essere Mee e Gibson, mentre Lowton e Ward sembrano andare verso la riconferma nei ruoli di esterni difensivi. In mezzo, Cork e Westwood sono la coppia prediletta, ma attenzione anche al possibile passaggio al 4-3-3 con l’inserimento di un centrocampista offensivo e dinamico come Hendrick. Verosimilmente, però, Dyche faticherà a mandare in campo un solo attaccante titolare, data la sovrabbondanza nel ruolo: Wood, Barnes, Vydra e Vokes (ed all’occorrenza anche Walters) sembrano partire tutti dalla stessa linea nelle gerarchie, che potrebbero definirsi presto in base alle realizzazioni ed alla forma fisica dei protagonisti. Per il ruolo di esterni offensivi, invece, gli spot sembrano bloccati da Gudmundsson (a sinistra) ed Aaron Lennon, a destra.

Insomma, pochissime variazioni rispetto alle formazioni che sono scese in campo per tutta la durata della scorsa stagione, con l’obiettivo chiaro di dare continuità ad un ambiente già coeso ed unito attorno al carisma ed all’abilità in panchina di Dyche. Centrare di nuovo uno spot europeo sarebbe un mezzo miracolo ma si sa, soprattutto nel calcio d’oltremanica sognare è sempre lecito.